Ricordi dal campo di Bihać, avamposto di Croce Rossa per l’emergenza umanitaria sulla rotta balcanica
˹Quest'estate sono stata in Bosnia, nella città di Bihać, un territorio al confine con la Croazia che, nei mesi precedenti il nostro arrivo, ha visto aumentare in modo esponenziale i migranti in cerca di un passaggio verso l’Europa. Uomini, donne e bambini arrivano dai Paesi del sud attraversando zone pericolose nella speranza di ottenere protezione internazionale, altre entrano nel Paese illegalmente. La situazione è grave, e queste persone hanno bisogno di supporto.
Siamo partiti per portare materiale utile al campo profughi, come materassi, pannolini, dentifricio e molto altro. Si è trattato di un’esperienza particolarmente interessante: a colpirmi è stato l’aspetto della città, moderno e curato ma in grado di conservare, al riparo dai cespugli, a sole poche centinaia di metri, una realtà di tristezza e bisogni. I richiedenti asilo e i profughi di varie provenienze (non accettati dalla frontiera Croata) si trovano in uno vecchio studentato a tratti distrutto e parecchio danneggiato dagli attacchi durante la guerra; sono più di 800 e devono accontentarsi di un solo pasto al giorno, che viene servito con il supporto dei volontari di Croce Rossa. L’alto numero di bambini presenti rende necessario lo svolgimento di attività come il gioco e la lettura, organizzate dagli stessi volontari nel tentativo di rendere più piacevoli le loro giornate.
Attualmente, il Comune e diverse associazioni si stanno adoperando per far costruire bagni, rete fognaria, luce e altri servizi in previsione dell'inverno.
Ho incontrato persone bellissime, che lottano ogni giorno; ho conosciuto bambini che a soli 6 anni sanno parlare 4 lingue diverse - una per ogni Paese in cui sono stati durante il loro lungo viaggio verso la Bosnia - e li ho sentiti tradurre e fare da mediatori a chi aveva difficoltà nel comunicare; ho visto volontari di tutte le associazioni essere forti e non tirarsi mai indietro.
Questa esperienza mi ha fortificato: ho capito quanta sofferenza possa esistere nel mondo, ma ho anche compreso maggiormente la grande importanza del nostro ruolo di volontari. ˼
Alessandra, 22 anni