Raccolta alimentare: la mia esperienza

  

L'emozione di aiutare gli altri

 

˹Ho partecipato a diverse raccolte alimentari e devo dire che ogni volta mi ci ritrovo immersa, corpo e mente. Quando sei lì provi veramente un cocktail di emozioni! Ero all’ingresso principale del supermercato e con tanta euforia fermavo ogni carrello o persona nel raggio di 100 metri: nessuno aveva scampo!

È bello imparare a dire «Grazie comunque, buona giornata» con un sorriso sincero, anche a quelli che rispondono male o che ti ignorano. Ma è ancora più bello vedere quanta umanità c’è ancora: come la vecchiettina che, pur non sentendo la metà delle parole che le ho detto, prende il sacchetto e tutta radiosa lo sistema per bene nel suo carrellino; o la ragazza che, nonostante la madre mi abbia guardato in modo schifato pronunciando un secco «No», mi risponde sorridendo con un «Dai pure a me, buon lavoro»; e il signore che prima dice di no, sostenendo che aveva portato i soldi contati per un acquisto, ma poi torna sorprendendomi con un «Guarda un po’, quella cosa costava solo 5 euro... degli altri 5 che me ne faccio?» ovviamente intendeva donarli a noi. È come se con ognuna di queste persone si formasse una sorta di legame, dettato da un reciproco senso di gratificazione.

È invece stato difficile lavorare sentendo persone che, a ogni mia mossa, borbottavano tra loro affermando sicuri che in realtà i soldi e gli alimenti raccolti non sarebbero mai arrivati a nessun bisognoso. Ed è stato penoso sentire alcune persone che, dopo aver preso il sacchettino, rispondevano con frasi tipo «Basta che queste cose vengano date alle persone “giuste”». E quel “giuste” conteneva in sé una carica razzista avvilente. Si cerca sempre di dialogare con queste persone, di istruirle... ma non sempre è facile. Non sempre riusciamo a trasmettere in maniera efficace quelli che sono i nostri principi, in particolare l’imparzialità e l’umanità che ci spingono sempre, senza distinzioni, ad aiutare chi ha bisogno!

Ho avuto pure la fortuna di fermare una senza tetto, che mi ha spiegato brevemente la sua difficile situazione. Ho cercato di dare indicazioni, di dire che (e in che modo) la Croce Rossa può dare aiuto a chi è in difficoltà. Purtroppo questa persona non ha voluto fermarsi per parlarne ulteriormente, ma spero comunque che questo possa essere un primo passo, per lei, verso una vita migliore. Spero solo di aver fatto abbastanza e di aver fatto bene.

Sono sicura che il servizio di raccolta alimentare, se affrontato con la giusta dose di entusiasmo, possa dare un mare di soddisfazioni e di emozioni. È uno dei servizi che ti permette maggiormente di stare a diretto contatto con le persone: chi ti ferma per parlare, chi ti dice la sua, chi ti racconta di quando lavorava come comandante nell’esercito (per ben 20 minuti!), chi ti insulta, chi ti sorride e se ne va... 

Sicuramente è stancante, tanto! Ma posso assicurare che, rincasati, ci si sente il cuore stracolmo di emozioni!˼